Glamping Pian delle Ginestre

Divinità e curiosità

Divinità e curiosità

Molti ci chiedono con curiosità come abbiamo scelto i nomi delle nostre tende. Volevamo qualcosa di originale che non fosse il solito nome di una pianta o di un fiore e avendo una vera e propria fissazione per l’astronomia ho pensato subito ai nomi delle costellazioni… Riflettendoci tutte o quasi hanno nomi che richiamano a divinità greche o romane e quindi ci siamo messi a studiare un po’ di mitologia cercando quei nomi che oltre ad avere un suono piacevole avessero attinenza con gli elementi della natura da cui siamo circondati e ci siamo imbattuti nelle Ninfe.


ANTEA ad esempio è una delle Driadi, Ninfe terrestri che abitavano nei boschi, ognuna in simbiosi con un albero, spesso una quercia, di cui il corpo ricordava vagamente la forma. “L’incantatore pazzo, signore dei sogni e delle follie un giorno, non sopportando il peso della solitudine si recò nella foresta incantata ed incominciò a fare mirabilie. Vennero i tassi e gli scoiattoli, vennero i cinghiali e gli ermellini, vennero i carabi signori della terra, vennero i serpenti capaci di grandi desideri, per osservare le sue follie. Lui fece cadere il rosso nel blu del cielo, rese trasparente il profumo dei fiori e costruì un altare di cristallo nel mezzo della radura. Subito arrivò il vento sul suo carro incantato, piegò le piante, si infilò nelle fessure, svegliò gnomi e fate e sibilando chiese a cosa serviva l’altare. L’incantatore spiegò che l’altare era per una ninfa così bella, ma così bella da offuscare il sole…. Passarono i giorni, i mesi, e l’incantatore era sempre lì fermo vicino all’altare con i piedi affondati nel terreno, i vestiti marci di pioggia, le membra secche come i rami degli alberi, santo in una foresta di santi, vibrante di magia, sudato come il peccato. Lei si autocreò rubando il pensiero che giorno dopo giorno le veniva srotolato dal sogno, succhiando l’amore che l’incantatore le donava” (“Nascita della ninfa Antea” di Enrico Garrou).

 

GALATEA invece è una delle Nereidi, ninfe del mare "O Galatea, più candida dei petali del niveo ligustro, più fiorente dei prati, più slanciata di un esile ontano, più splendente del cristallo, più vivace di un tenero capretto, più liscia delle conchiglie levigate dal continuo moto delle onde, più gradita del sole in inverno e dell’ombra d’estate, più eccellente della frutta, più maestosa di un alto platano, più trasparente del ghiaccio, più dolce dell’uva matura

il trionfo di Galatea di Raffaello

ESPERIA, Egle, Aretusa ed Eretia erano invece le quattro figlie di Atlante, le Esperidi, custodi del giardino dell’estremo occidente secondo la mitologia greca. Nel giardino veniva custodito l’albero dei pomi d’oro che la dea madre Gea aveva donato ad Era in occasione del suo matrimonio con Zeus. I pomi avevano il dono preziosissimo di rendere immortali e nel giardino incantato venivano custoditi giorno e notte dalle quattro ninfe. Suggestiva l’ipotesi di Giacomo Montanari secondo la quale la celebre Primavera del Botticelli rappresenti proprio il giardino delle Esperidi con al centro la dea Giunone. L’albero dai frutti color arancio sarebbe quindi l’albero dei preziosi pomi. Le arance poi dal nome latino Mala Medica divennero il simbolo delle famiglia Medici.


EUNICE invece era una delle Nereidi. Figlia di Nereo e della Oceanina Doride. Creatura immortale di natura benevola che faceva parte del corteo di Poseidone. Le Nereidi vengono rappresentate con capelli ornati di perle a cavallo di delfini o cavalli marini. Considerate protettrici dei marinai, molti templi a loro dedicati si trovano in porti e porticcioli. In alcune successive tradizioni popolari greche e calabre la nereide subisce una modifica finendo per divenire una creatura mostruosa che si aggira nei boschi. Ma niente paura qui non è ancora stata avvistata…


ATENA è la temutissima dea vergine guerriera, figlia prediletta di Zeus, nata già adulta dalla testa del padre. In realtà era la dea greca della strategia, ma anche della sapienza e delle arti. Viene rappresentata sempre armata di lancia, elmo e scudo e vestita del peplo indistruttibile realizzato con la pelle della capra Amaltea. Sacra la civetta che spesso la accompagna e l’albero dell’ulivo da lei portato agli ateniesi per diventare la loro divinità protettrice. Il simbolo dell’inespugnabilità della città è infatti la statuetta che la rappresenta, prima di legno, diventata poi di metallo preziosissimo: il palladio. Considerata saggia e forte viene considerata la custode dei tribunali, ma anche la protettrice delle qualità intellettuali sia maschili che femminili e dei fanciulli, ma guai a farla arrabbiare…


DIANA è invece una divinità romana e latina da tutti conosciuta come la dea della caccia. In realtà niente è così semplice nella storia della mitologia e Diana, figlia di Giove, sebbene abile cacciatrice viene addirittura considerata protettrice degli animali selvatici, dei boschi e delle selve. Di carattere solitario, non amava la mondanità e prediligeva luoghi isolati e tranquilli. Aveva fatto voto di castità e per questo motivo sebbene considerata collerica e vendicativa diventava protettiva e affabile verso tutte le creature che come lei avevano fatto questo voto. Viene spesso identificata con la divinità greca Minerva e rappresentata con aspetto fiero e dinamico con lineamenti androgini.

Diana Cacciatrice del Guercino

GEA o GAIA era la dea madre della terra. Divinità primigenia dall’inesauribile forza creatrice da cui discendono tutti gli altri dei dell’Olimpo. Secondo Esiodo prima di lei esisteva solo il Caos.


“Gea io canterò, la madre universale, antichissima, che nutre tutti gli esseri, quanti vivono sulla terra; quanti camminano, quanti sono nel mare e quanti volano, tutti si nutrono dell’abbondanza che tu concedi. Grazie a te gli uomini sono fecondi di figli e ricchi di messi” recita un antico inno. Quale nome più adatto di questo per la nostra ultima tenda?


Sperando di aver suscitato un po' di curiosità sul mondo della mitologia e di avervi trasportato nel magico mondo di Pian delle Ginestre vi aspettiamo nel nostro piccolo angolo di Toscana.

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